Simoneblog

Questo è il mio blog personale, qui discuto di marketing, internet, Mac, media rights e più o meno tutto ciò che mi ossessiona questa settimana.

giovedì, settembre 27, 2007

Impressive Image Manipulation Tech Demo

Impressive demo of a couple of technologies that Microsoft acquired recently, Seadragon and Photosynth (via Newsdesigner).

I've seen a coverage of the latter from Scoble (can't find the link now), anyway Seadragon is what impressed me the most cause it looks almost ready for a real world implementation (Photosynth may take 10 hours to rebuild a 3D scheme from your pics).
Original link via

giovedì, marzo 15, 2007

Senza spada...

Senza spada non posso difenderti,
Con la spada non posso abbracciarti.
Tite Kubo

lunedì, marzo 12, 2007

SMS gratis verso qualsiasi cellulare!

Qualcuno ricorda gli albori italiani di internet? Be', una delle maggiori delusioni che abbiamo avuto è stata l'eliminazione, per mano di una revisione di costi voluta da tutte le compagnie telefoniche (mi pare di aver studiato che una cosa del genere si chiama "cartello", ma non ne sono certo :-)), dell'invio gratuito di SMS da internet (cosa che peraltro è possibile in altri paesi).

Ma andiamo al dunque: oggi scopro che la cosa è nuovamente possibile (grazie a Steve Rubel per il link)!

Basta andare su GizmoSMS, scegliere il paese, digitare numero di telefono e testo del messaggio e via!

Bentornati negli anni 90!

sabato, marzo 10, 2007

Come non dimenticare mai più una password

Sono una persona dalla memoria volatile. Dimentico di tutto: compleanni, appuntamenti, nomi, facce, cibi ed esperienze. Intendiamoci, non è sempre una cosa negativa; questo mi permette di sorprendermi sempre anche per cose che altri trovano "già viste", e generalmente non serbare rancore a lungo quando penso che mi sia stato fatto un torto.

Del resto, esistono casi in cui la memoria volatile è un chiaro problema; un esempio è il mio rapporto con le passwords. Vagando per i meandri di internet, gestendo il conto in banca, o anche soltanto utilizzando il mio computer, mi trovo giorno per giorno a dover creare una password dietro l'altra, e so benissimo di non avere alcuna possibilità di ricordarmele.

Ovviamente è assolutamente vietato scrivere da qualche parte queste password, altrimenti correrei il rischio che qualcuno, venendo in possesso del documento su cui ho annotato con cura tutte le chiavi della mia vita digitale (che - per inciso - riesco sempre meno a dividere nettamente da quella "analogica"), possa fare più o meno ciò che vuole delle mie informazioni e non solo.
Altrettanto ovviamente, è sconsigliabile utilizzare come password la propria/altrui data di nascita, così come nomi di parenti o animali, perchè sarebbe troppo facile indovinare la password con i moderni sistemi di ricerca.
Al di là dell'elegantissima soluzione, proposta da qualcuno, di chiamare il proprio cane &d9Ykà23L, esistono diverse soluzioni che ci permettono di salvare le nostre passwords, in modo sicuro, sul computer (o Mac). Questo ha però alcuni svantaggi: non le avremo disponibili quando saremo lontani da casa (es. in ufficio uso un altro computer), e se qualcuno utilizza il nostro PC teoricamente potrebbe avere accesso alle passwords stesse.

La soluzione che vi propongo qui è molto più semplice e non incorre nei problemi elencati:

Se non posso ricordare la password e non posso annotarla, l'unica soluzione è ricrearla ex novo ogni volta che la devo digitare.

La password in questione dev'essere composta da 2 elementi combinati, una base + una combinazione di tasti diversa per ogni password. La base dovrà essere sempre uguale per tutte le vostre passwords, mentre per comodità di memorizzazione, la parte "variabile" dovrà derivare in qualche modo dal nome del servizio che state utilizzando.

Mi spiego: ipotizziamo che vogliate fare un account su Del.icio.us (il più famoso servizio di condivisione dei preferiti). L'idea è trovare un qualche modo per inserire nella vostra password il nome del servizio. Ad esempio, potrei inserire le prime 2 consonanti del nome seguite dalle prime 2 vocali. La prima parte della password sarà quindi dlei.

A questa prima parte dobbiamo aggiungere la base. Come dicevo questa dovrà essere sempre uguale per tutte le password. Il primo cane che ho avuto si chiamava Sayaka e vorrei tenere il suo nome nelle mie passwords.

La mia password per del.icio.us sarà quindi dleisayaka (per maggiore sicurezza potreste voler mixare suffisso e prefisso: nell'esempio la password potrebbe essere dslaeyiaka)

Ora facciamo un balzo in avanti nel tempo di un paio di mesi. Del.icio.us non mi ha preso poi tanto, e dopo un paio di giorni di tentativi l'ho abbandonato. Ma proprio oggi un amico mi chiama e mi dice che ha scoperto questo magnifico servizio che permette di salvare e condividere i preferiti su internet. Questo mi fa ricordare che un paio di mesi fa anch'io avevo provato la cosa (ovviamente mi ero dimenticato pure quello), quindi mi siedo al computer e faccio un nuovo tentativo. E la password? Se ho utilizzato il metodo che vi ho spiegato, non ho nessun bisogno di ricordare nulla, basta rifare il procedimento ed ecco comparire la password: dleisayaka.

Tutto qui. Facile vero?

Un paio di problemi su cui, per esigenze specifiche, per potreste imbattervi nell'utilizzo di queste regole:

  1. nella base è preferibile avere almeno un numero e un carattere speciale ($, &, @, etc), perchè molti servizi richiedono la presenza di tali caratteri. Nell'ipotesi di doverli inserire vi trovereste quindi a creare subito delle eccezioni alla regola, cosa da evitare perchè rende meno immediata la ri-creazione delle passwords (nell'ipotesi sopra avrei potuto sostituire la s con $, ma ancora meglio sarebbe inserire un simbolo casuale in coda alla password);
  2. Se mi avete seguito al punto 1, ora le vostre password presentano un carattere speciale. Per assurdo che possa sembrare, alcuni servizi non le accettano! :-) In quel caso - per fortuna molto raro - continuate a creare la medesima password e al messaggio di errore, semplicemente inseritela eiminando i caratteri speciali;
  3. Alcuni servizi (internet e non) hanno delle limitazioni nel numero di caratteri (in genere è consigliabile avere passwords non inferiori a 8 caratteri, ma talvolta alcuni siti malfatti - ad es. quelli delle banche - accettano passwords di dimensioni inferiori); in questo caso la mia raccomandazione è utilizzare delle basi piuttosto lunghe (almeno 6 caratteri) e, una volta ricreata la password, inserire il numero di caratteri richiesto, farmandosi all'ultimo carattere accettato;
  4. Similmente, se per qualsiasi ragione il numero di caratteri richiesti fosse maggiore della lunghezza della vostra password, semplicemente ripetete in loop la password fino a raggiungere il numero di caratteri richiesti. Nell'esempio, se fossero necessari 16 caratteri, scriverei: dleisayakadleisa;
  5. Se siete particolarmente paranoici come me, considerate che la scelta della base può essere critica per migliorare la sicurezza della password. Se vi sentite agenti segreti dentro potrebbe essere utile mixare 2 parole alternando le lettere (ad es. pila e cane diventa pcialnae) vi basta un buon livello di sicurezza, vi consiglio di usare cose semplicei da ricordare ma non ovvio (un vecchio numero di telefono, il nome della strada in cui siete cresciuti atc);

OK, siamo arrivati in fondo a questo lungo tutorial, spero che vi possa essere utile.

Vi segnalo alcuni links nel caso voleste approfondire l'argomento.

Geek to Live: Generate and remember great passwords

How to create the perfect password - Lifehacker

Choosing secure passwords - Bruce Schneier

Avete incontrato altri problemi oltre a quelli che ho segnalato? Avete altri modi per gestire le password? Fatemelo sapere nei commenti!

venerdì, marzo 09, 2007

Io e il mio Mac


Powerless di Nelly Furtado. Mi ricordo perfettamente quel giorno. Estate 1986, aeroporto di Pisa. Sto girovagando per l'edicola del duty free in attesa di partire per per una vacanza in Tunisia con i miei genitori e degli amici. Investo una somma considerevole nel mio primo giornale di computer (MC Microcomputer). Quello è il giorno in cui sono diventato un Mac user. Ed è lo stesso giorno in cui è nata la mia passione per la tecnologia. Sulla copertina c'era un Macintosh LC, una macchina delle meraviglie che non solo aveva lo schermo a colori, ma di colori ne poteva gestire oltre 16 milioni. Black, Pearl Jam. E poi c'era il mouse. Il mouse! Ovviamente era solo un sogno, un simile gioiello costava quasi tante lire quanti colori poteva visualizzare ed io era già tanto se potevo pagarmi la gita giornaliera alla sala giochi. Di lì in poi ho seguito tutto di Apple. La caduta. La caduta. E la caduta un po' più giù. Fast Forward alla metà degli anni 90. Credo che ormai in pochi ci sperassero più. Microsoft (da sempre nemesi dichiarata di Apple) era l'esempio del successo delle aziende tecnologiche. In un'Italia sempre indietro su queste cose, mentre si cominciava a sentire parlare di internet e gli avvocati cominciavano ad abbandonare la macchina da scrivere, c'era quasi da vergognarsi a parlare di un sogno di un computer un po' meno serioso, meno grigio. Poi la rinascita. L'iMac. OsX. L'iBook. L'iPod. I nuovi Powerbbok. Il Cube (un grande insuccesso se guardiamo le vendite, ma un successone per quanta visibilità ha dato ad Apple). Oggi Apple è sulla bocca di tutti. Apple TV. iPhone. Ho sentito gente criticare Jobs perchè soffia troppo le trombe dei grandi risultati di business durante le sue presentazioni. Non capite niente. Genova per noi, Paolo Conte. Jobs non parla agli azionisti (ci sono - anche - altre sedi). No, Jobs parla con noi. Con me e con gli altri che hanno sognato il Mac II e l'LC. Ci accarezza e ci dice stare tranquilli, che va tutto bene. Quando ci penso sono passati quasi 20 anni da quel giorno all'aeroporto e di tempo, per comprare il mio primo Mac ne è dovuto passare. Ma quando mi chiedono perchè uso un Mac spesso non so spiegarlo. Forse è colpa del Mac LC e dei suoi colori. Di Letraset o Quark Xpress. Non so. Ma mi piace. :-)

martedì, febbraio 13, 2007

Google Reader: guida per noi altri

Attenzione: il post che segue potrà apparire a molti di voi come qualcosa di ovvio. Se già utilizzate un lettore di RSS, vivete dentro a Google Reader, Bloglines, NewsGator e simili, potreste addirittura trovare offensive le righe che seguono. Del resto vorrei che questo blog fosse utile anche a chi non mastica tecnologia tutti i giorni, quindi qua e là inserirò anche dei post basici, come questo.

Ora, assumo che pressochè tutti voi sappiate cos'è un blog, e siate partecipi del grande fenomeno dei media personali che sta letteralmente esplodendo negli ultimi anni. Questa proliferazione di fonti di informazione genera un banale problema nel normale flusso di fruizione di internet. Mentre fino a qualche anno fa per informarci sulle elezioni negli Stati Uniti saremmo andati tutti sul sito del New York Times, oggi i blog che hanno post su quest'argomento sono migliaia, e molti di questi sono - per chi li segue - ben più affidabili del Times. Ovviamente seguire 200 siti è più difficile di seguirne una decina: di qui l'utilità del sistema RSS (Really Simple Syndication), che in sostanza permette di "abbonarsi" a un sito/blog e di ricevere una notifica (o l'intero contenuto di un post) solo quando quando quest'ultimo viene aggiornato.

In sostanza, un feed reader non è altro che un giornale, sempre aggiornato, e solo con gli argomenti che ci possono interessare.

Ora, esistono molti modi per leggere i feed RSS, da programmi dedicati (ad es. NewsGator per Windows, o NewsFire, NetNewsWire o Vienna per Mac), a funzionalità del browser (Explorer, Safari, il raccomandatissimo Firefox e - che io sappia - tutti gli altri browsers hanno questa funzionalità), fino a sistemi online come Google Reader e Bloglines.

Personalmente - come dovreste aver capito dal titolo - mi trovo bene con Google Reader.
Questo per 2 ragioni:

1) Perchè è un reader online
Avere i propri feeds online è un vantaggio a patto di avere una connessione ad internet sempre disponibile quanto si vogliono leggere le proprie news. Inoltre avere un feed online aiuta ove si utilizzino diversi computer (nel mio caso uso un Mac a casa, un PC in ufficio e un altro Mac quando vado a casa dei miei genitori) o in caso di possibili crash del proprio computer. Ovviamente chi utilizzi un solo notebook e sia frequentemente in viaggio senza la possibilità di accedere ad internet, preferirete un reader stand alone. A quanto mi è dato sapere, non esistono sistemi semplici per avere entrambe le cose, cioè i feed localmente per la consultazione offline e un sistema on line sempre sincronizzato.

2) Perchè, tra i readers online, è di gran lunga il migliore
Dopo un po' di rodaggio, l'attuale versione di Google Reader ha raggiunto e sorpassato (di molto) gli altri readers online e in particolare il precedente king of the hill, Bloglines. I vantaggi di Google Reader a mio parere sono:

  • velocità: la velocità di Google Reader è paragonabile ad un reader stand-alone come Vienna e sta una spanna sopra i concorrenti; la navigazione da tastiera è comodissima: "j" passa al post successivo e "k" torna al precedente.
  • gestione dei tag/cartelle: questa funzione mancava nella prima versione ed è stata, a mio parere, quella che ha determinato il sorpasso a Bloglines. Le cartelle altro non sono che dei filtri sulla base dei quali ai post di un certo blog/sito viene assegnato automaticamente un certo tag. Basta digitare "t" (o "l", che sta per label) per aggiungere/eliminare un tag; l'utilità dei tag va ben oltre l'organizzazione dei post a futura memoria: nel mio caso, per non finire sommerso dai post non letti, faccio una veloce cernita dei post e taggo "to post" i post a cui penso di linkare nei miei blog, "to-read" ciò che ritengo interessante, per leggerlo in un secondo momento, e così via. Infine, potete navigare velocemente tra i vostri tag digitango "g" + "t" + "nome del tag".
  • link blog: con Google Reader è estremamente semplice creare un link blog con tutti i post che volete condividere; a dire il vero, non è necessario creare un bel niente, basta cliccare su shared items (in alto a sinistra) per trovare l'indirizzo e il feed del proprio link blog. Anche l'inserimento sul proprio blog è facilissima, basta un copia/incolla della riga di codice che trovate nella stessa pagina, o - ancora più semplice - cliccare sull'apposito bottone se si utilizza Blogger. Qui trovate il mio link blog, mentre guardando sulla destra dello schermo dovreste vedere la barra con gli ultimi post che ho deciso di condividere.
  • Navigazione da tastiera: oltre a "j" e "k" per navigare tra i post e "t" o "l" per i tag, esistono molte altre azioni comandabili da tastiera, come "u" per nascondere la barra e avere un maggior spazio di lettura, "s" per marcare un post come importante (starred) o "maiusc" + "s" per marcarlo come condiviso (N.B. ho indicato solo le combinazioni di tasti che uso abitualmente e che ritengo più utili, se volete un elenco completo lo trovate qui).

Ovviamente Google Reader è tutt'altro che perfetto e ci sono ancora molte caratteristiche che vorrei venissero aggiunte. Le principali:

  • Sincronizzazione con un feed reader offline: questo è ciò che mi manca di più; vorrei poter agevolmente scaricare i feed localmente ed avere una semplice sincronizzazione con Google Reader.
  • Un indicatore di popolarità di un post: questo renderebbe in un attimo obsoleti servizi di grande successo come Digg o Techmeme. In sostanza vorrei che Google Reader mi permettesse di esprimere un giudizio sul mio apprezzamento del post; in questo modo, tutti potrebbero vedere quante persone hanno letto il post e se e quanto lo hanno apprezzato (una sorta di "stelline" in stile iTunes).
  • Motore di ricerca: per quanto possa sembrare assurdo, il reader di Google NON ha un motore di ricerca interno; ovviamente è possibile crearne uno con Google Co-Op (trovate il mio qui) o utilizzando Greasemonkey (un elemento aggiuntivo di Firefox), ma entrambe le cose sono molto più avanzate di quanto si propone questo post.

Come dicevo ho voluto dare solo una prima infarinatura di Google Reader in questo post, se volete saperne di più consiglio questo eccellente articolo di Lifehacker, una delle mie principali fonti di informazioni su argomenti di produttività.

Spero che questo primo post su Google Reader possa esservi utile, fatemi sapere se lo è stato con i vostri commenti!

Primo post in italiano!

Ho deciso di utilizzare questo blog per scrivere in italiano (potete trovare le mie assurde dissertazioni pseudo-tecnologiche in inglese qui). Perchè? Perchè mi sono reso conto che molte persone non hanno voglia di utilizzare l'altrui idioma su internet, e credo che questo sia perfettamente legittimo. Questo però molto spesso crea una barriera comunicazionale, che rende difficile la circolazione delle idee. Alla fine è questo che vorrei essere, un conduttore di idee. A proposito - vi chiederete - ma chi diavolo sono io? Sono Simone Rizzo, ho 30 anni e vivo a Milano da circa 4, dove lavoro nel marketing di Reckitt Benckiser, una delle principali multinazionali nel campo della detergenza. Occasionalmente parlerò di cose che mi capitano qui in azienda, e mi è stato detto di precisare che, senza eccezioni, tutto ciò che scrivo su queste pagine è una mia opinione e non riflette in alcun modo il pensiero dell'azienda. Vi voglio bene! :-)

venerdì, settembre 08, 2006

Apple's new strategy for Mac Mini

Yesterday I posted (together with other 49.379 bloggers, and counting) about the "strange" launch for Apple's new iMacs and Mac Minis.

Weird as it may seem, the buzz hasn't been about these new Macs, but about what's going to be unveiled during Apple's keynote that is going to be held on Sep 12th in San Francisco. That is, what has such an importance for Apple's future plans to keep out of the show two of the best selling products for the company (all indications point to a movie download service, but there could be more).

But I also see a dramatic change for Mac marketing in the Mac Mini (non) announcement: since its first release in January 2005 the Mac Mini has been marketed as the "little brother" of more advanced Macs (iMac and PowerMac), meaning both smaller AND less powerfull (it always had lower performing processor vs the iMac).

Today, comparing the Mac Mini in its cheaper configuration with the cheaper iMac (see below), the Mini doesn't look so small anymore.

Other than the "DNA difference" of the iMac having a built in LCD, they both have new generation Dual Core processors (with a slight advantage for the iMac), enough RAM to run TWO widgets at once, and so many connection options your neighbor won't have any problem watching movies stored in you hard disk (you know... those movies).

Speaking about HD, that seems to be now the main difference, with the 60 gigs of the Mini clearly not enough to handle today's amount of media content stored in your computer.

Even the point of the Mini being a cheaper/stripped down version of the iMac can now be argued.

400 bucks difference isn't that much to have the privilege to enjoy your 17" screen, 100Gb more space in your HD, and the cool enclosure (ok, it's no cheap either, but let me get to the point).

It looks like Apple understood the main reason people bought the Mini isn't just about money (you can still get much better bargain with the same old boring windows-based machine in the shopping center near you).

Almost every Mac Mini owner I knew (myself included), bought and Apple screen to go with the Mini. That's hardly a money-saving choice. What I've seen in the Mini is the chance of getting a tiny, cute, design oriented Mac that you can easily place in your living room without having to feel ashamed.

Ok, you might say, then buy an iMac! No, because a built-in monitor isn't necessarily an advantage. First, I liked the Apple screen design more than the iMac's. Second, I wanted to retain some flexibility not to trow away the poor (and expensive) monitor when I wanted to change my computer just because Steve rolled out the new, beefed up, Intel based version of the Mac (ok, I didn't know that it would have happened, but you know this business works like this).

Personally I think that's a bold move. They now have two "consumer" desktop lines that satisfy different consumer needs, both extremely consitant to their brand equity. That usually pays out.

So, what's next? :-)